Libri, autografi e manoscritti
mar 11 MARZO - gio 13 MARZO 2025
I SESSIONE
Martedì 11 marzo ore 14
Lotti 1-25: Autografi
Lotti 26-49: Manoscritti
Lotti 50-86: Futurismo: manifesti, libri e autografi
II SESSIONE
Mercoledì 12 marzo ore 10
Lotti 87-112: Libri del Novecento
Lotti 113-121: Facsimili
Lotti 122-200: Libri Illustrati e d’Artista
III SESSIONE
Mercoledì 12 marzo ore 14
Lotti 201-224: Caccia e pesca
Lotti 225-287: Storia locale italiana
Lotto 288-327: Incunaboli
Lotto 328-361: Post-Incunaboli
IV SESSIONE
Giovedì 13 marzo ore 10
Lotti 362-510: Libri a stampa dal XVI al XX secolo (I parte)
V SESSIONE
Giovedì 13 marzo ore 14
Lotti 511-657: Libri a stampa dal XVI al XX secolo (II parte)
ЛОТ 31:
Varchi Benedetto
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Bened. Varchi al Tribolo scultore et al Bronzino dipintore amicissimi suoi. SEGUITO DA: Delle trasformazioni di Publio Ovidio Nasone libro XIII tradotto in lingua latina. Lettera di accompagnamento datata 1 maggio 1539.
Manoscritto a inchiostro bruno. Carte [33]. Carta pesante con filigrana. 1 carta presenta al piede la mancanza di un verso. Fascicoli slegati tra loro e protetti da un foglio pergamenaceo (con molti difetti) con scrittura gotica e capilettera decorati, anch’esso staccato. Dimensioni: 190x140 mm.
Il manoscritto è così composto: Bened. Varchi al Tribolo scultore et al Bronzino dipintore amicissimi suoi. SEGUITO DA: Argomento. SEGUITO DA: Delle trasformazioni di Publio Ovidio Nasone libro XIII tradotto in lingua latina. SEGUITO DA: Benedetto Varchi al molto Mag.co [...] Bernardo Salviati Priore di Roma [datato in fine 12 luglio 1541]. SEGUITO DA: La morte d’Eurialo et di Niso Tradotta dal nono libro di Vergilio in lingua Toscana da Benedetto Varchi Fiorentino. Queste traduzioni poetiche diedero notorietà a Varchi agli esordi della sua attività letteraria. Dalla lettera inviata a Tribolo e Bronzino (qui datata 1539 e non 1538) si evince che si tratta di un esercizio giovanile. L’incipit è il seguente e presenta varianti rispetto alla versione pubblicata: Sedero i capitani, et stando intorno / a guisa di corona il popol greco / si levo in piedi il forte Aiace, e l’ira / non potendo frenar, con occhio bieco / si volge a sigei lidi, et a l’armata / che nel lito sigeo vicina stava / E stendendo le mani, noi trattiam disse / La lite, ahi Giove, anzi a le navi, e meco / non ha vergogna d’agguagliarsi Ulissè / Ei non dubitò già dar luogo, et lungi / fuggir le fiamme d’Ettore, che io / sostenni e discacciai da queste navi. / Dunque è migliore et più sicuro omai / tenzionar con parole finte et vane / che combatter con mano ardita e fortè [...]. Nella lettera che accompagna l’altro volgarizzamento coevo al frammento di Ovidio, quello dell’episodio di Eurialo e Niso dall’XI libro dell’Eneide, Varchi si scusa col destinatario Bernardo Salviati di non aver avuto il tempo di rivedere e correggere la sua versione, ma si giustifica affermando che una eccellentissima dipintura, o scultura di mano di Michelagniolo fusse, tutto che ritratta poi da buon maestro, ma dassai meno che mediocre garzone o piutosto fattore, dono non indegno di qualunche et alto et nobile spirito [...].

