Auction 9 Antiquities and 19th Century Paintings
Jul 7, 2020
Mura dello Zerbino , 10R - 16122 Genova, Italy

Prima Sessione - 2020-07-07 15:00:00- dal lotto 1 al lotto 199

Seconda Sessione - 2020-07-07 17:30:00- dal lotto 200 al lotto 337


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LOT 0095:

SEMINO OTTAVIO

SEMINO OTTAVIO (1530-1604)
'La Madonna in ...

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SEMINO OTTAVIO (1530-1604)
'La Madonna in trono con il Bambino San Cristoforo San Francesco e il committente' disegno
cm. 26 3x38

L'opera è con tutta probabilità il disegno preparatorio di una pala d'altare o di un affresco vista la presenza della quadrettatura della costruzione dei lumi tramite la biacca e del tracciato più o meno fitto e incrociato delle zone in ombra. La tecnica della quadrettatura il cui primo esempio si ha in Paolo Uccello nel 1436 è uno dei modi di trasposizione in proporzione del disegno al dipinto finito su tavola tela o muro. In questo particolare caso ha una spaziatura di un centimetro per lato ed è eseguita a matita come dimostrano le macro fotografie e le immagine agli infrarossi ed è osservabile anche nel Giove e Antiope realizzato dallo stesso artista e conservato nel fons des dessins et miniatures del Louvre inventario 3771.
Il disegno presenta in alcune parti la presenza di pentimenti e riposizionamenti come nella mano sinistra di San Cristoforo e la mano sinistra di San Francesco che denotano una elaborazione sul foglio che modifica l'idea iniziale durante lo sviluppo del progetto disegnativo.
Questo modo di procedere è confermato anche dalle analisi diagnostiche tramite gli infrarossi che individuano che il tratto disegnatico finale è formato da un inchiostro carbonioso perché è restituito in nero mentre il primo abbozzo è totalmente trasparente come si vede dall'immagine e si può pertanto ipotizzare che sia costituito da un inchiostro in metallo-gallico. Dall'osservazione del macro fotografie si vede facilmente che le gambe di San Cristoforo erano state abbozzate in modo molto semplice lineare con una traccia sottile e una forma arcuata ma senza essere definite. Successivamente sono ampliate rielaborate fino alla struttura definitiva; questo modo di procedere lo troviamo oltre che sulle gambe di San Cristoforo anche nel piede sinistro della Madonna e nelle linee costruttive delle architetture. Il disegno è stato costruito oltre che nel tracciato anche sviluppando le parti in luce e quelle in ombra in modo raffinato e preciso. Si osserva infatti che le lumeggiature a biacca sono eseguite a campiture larghe e con piccoli tratteggi paralleli proprio per accompagnare il colpo di luce dalle parti in ombra verso il massimo della luminosità. Specularmente le parti in ombra sono eseguite a tratteggio parallelo nelle parti in mezzo a ombra più o meno calcato mentre quelle maggiormente scure presentano un andamento incrociato o più fitto.
Questo modo di operare grafico si ma anche pittorico e coloristico è osservabile nel disegno veneto del Cinquecento in pittore come Tiziano Bassano e Tintoretto. E' noto infatti che Ottavio Semino assieme a Luca Cambiaso fondò l'accademia a Genova che oltre all'osservazione dei pittori romani in particolare Raffaello ma soprattutto Perin Del Vaga-presente a Genova a Palazzo Fassolo- si volgeva anche a Venezia tramite la presenza di Valerio Corte. Quest'ultimo era arrivato in città nei anni cinquanta del sedicesimo secolo e secondo le fonti si era formato a bottega da Tiziano.
Inoltre è risaputo che Ottavio Semino e il fratello Andrea fecero il famoso viaggio studio a Roma per aggiornarsi sulle tendenze del romanismo contemporaneo.
Nel nostro disegno sono individuabili i tratti veneziani del colorismo e dell'impianto scenico sommati alla monumentalità romana di Perino. Proprio da un'opera attribuita all'allievo di Raffaello Madonna in trono con i Santi Pietro e Paolo passata sul mercato antiquario è possibile che derivi la composizione che Ottavio sviluppa nel suo disegno. In questo progetto grafico di Ottavio si possono anche indicidura e le impostazioni sceniche di Giovanni Battista Castello il Bergamasco per la costruzione dei tendaggi come nel disegno Venere ammonisce Amore (Edimburgo National Gallery of Scotland inventario d.1167) o nella spazialità del disegno sempre del Bergamasco progetto per

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