Subasta 97 Parte 2
17.12.20 (Su hora local)
Italia
 Viale Regione Siciliana, 4975 – Palermo
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LOTE 268:

FILIPPO DE PISIS (Ferrara 1896 – Milano 1956) OLIO su cartone “Fiori e Lampada” – 1949 firmato in alto a destra ...

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FILIPPO DE PISIS (Ferrara 1896 – Milano 1956) OLIO su cartone “Fiori e Lampada” – 1949 firmato in alto a destra, nel retro presenta timbro e cartiglio di autenticità della Galleria dell’ Annunciata (MI) firmato da Bruno Grossetti. Dipinto registrato nel 1958 al n. 3802.

Filippo de Pisis, nato nel 1896 a Ferrara, è una delle personalità più complesse e interessanti della scena artistica italiana del Novecento. Pittore e poeta, artista raffinato di fama internazionale diede avvio alla propria ricerca artistica a contatto con gli ambienti della Metafisica, per poi stabilirsi a Parigi e orientarsi verso un linguaggio più vicino alle ipotesi impressioniste ma sempre rielaborate in modo originale, con il suo stile unico e inconfondibile.
La sua pittura è difficilmente ascrivibile a una specifica corrente artistica; traspare il suo impeto nel coniugare la sua esperienza dell’avanguardia italiana e francese con l’ambiente della sua formazione giovanile. Nelle sue opere spicca energicamente l’accanimento espressionista per la realtà ma si respira anche una luminosità vibrante, in movimento, tutta italiana. Le opere di De Pisis poggiano su una solida cultura letteraria e critica e sembrano raccontare un viaggio sentimentale.
Il suo è un mondo di dichiarata e perfino ostentata intimità; sembra che non desideri altro che di esternare la dolcezza della propria solitudine, che spesso è immensa. L’opera per lui è una spalla amica sulla quale sfogare il perenne alternarsi dell’ebbrezza con lo sconforto, oscillazioni queste che diverranno nel tempo un solo balbettio fatto di piccoli tocchi di colore, quasi monocromo, che lasciano la tela pressoché scoperta come parola di un discorso fatto a chi già ne conosce il contenuto-confessione: “In me c’è la smania isterica, il sensuale arrabbiato, l’animale, l’angelo, l’apatico, il fervente, il mistico, lo scettico, il pessimista, l’entusiasta, il vecchio antiquario, la beghina, la normalista, l’accattone, la demi vierge”.
Diceva di lui l’amico e collega Mario Tozzi: “nel volgere del mattino, De Pisis compera un pesce, lo dipinge, lo cuoce e lo mangia”. L’impressione è nell’attimo, e il pittore ferrarese non indugia nell’attesa, la fissa rapidamente sulla tela in gara con il tempo. Adotta uno stile veloce, nervoso, immediato, una sorta di “furore felice”. Sembra addirittura di entrare in sfida con l’attimo luminoso degli impressionisti: le sue non sono istantanee ma sintesi di immagini colte in unità temporali inferiori all’istante per raggiungere, in un concitato alfabeto morse del colore, l’essenza delle cose, la struttura e la proiezione in direzione del dissolvimento. L’essenza dell’attimo infine! L’essenza fissata nel lasso di tempo che scivola tra un secondo e l’altro; ciò gli consente di creare dipinti che vanno ben oltre la mera raffigurazione. Quest’opera, natura morta del 1949 ne è un classico esempio.

cm 34,5×27